Seguici su
Cerca

Descrizione

A Pralungo esistono diverse leggende Una di queste è la leggenda del Buon Dio, del contadino e del ranocchio, che vuole sottolineare la testardaggine e la perseveranza della popolazione biellese.
Un giorno un contadino, che stava recandosi al mercato di Biella, incontra il Buon Dio che gli chiede: "Brav’uomo dove vai?" "Vado a Biella" risponde il contadino. "Dì, almeno, se Dio vuole" replica Dio. Il contadino "Se Dio vuole o non vuole io vado lo stesso". A quella risposta Dio, adirato, trasforma il contadino in rana e lo costringe a vivere nel fango per un anno. Trascorso l’anno il contadino, tornato uomo, s’incontra nuovamente con Dio che gli rivolge la stessa domanda. Il contadino dà la stessa risposta e ritorna rana. Trascorso un altro anno l’episodio si ripete e... può ripetersi all’infinito perché il contadino non cambierà mai idea.
Un’altra leggenda, tuttora raccontata dai vecchi del paese, è un episodio da cui avrebbe avuto origine la storia del famoso Codice di Pralungo.
Secondo tale storiella, durante gli anni del suo ministero, il parroco don Carabello sarebbe venuto in contrasto col podestà di allora che, essendo molto potente, lo avrebbe ingiustamente calunniato e sarebbe riuscito a farlo confinare a Torino. Qui don Carabello doveva presentarsi due volte al giorno in questura, alle otto di mattina e alle otto di sera e, con la propria firma su un apposito registro, attestare la sua presenza in città. Il prete, aiutato da due amici fidati, un bel giorno fece disporre fra Torino e Pralungo una dozzina di cavalli da corsa, ben allenati. Dopo la firma delle otto di sera, montò in sella e, galoppando a spron battuto, rinnovando ogni dieci chilometri il cavallo, egli giunse verso le due di notte a Pralungo, armato di un nodoso bastone di castagno. Con uno stratagemma riuscì a far scendere dalla propria casa sulla pubblica via il podestà, e lo bastonò di santa ragione, dicendogli: "Col codice scritto ingiustamente tu sei riuscito a farmi confinare, ma questo codice (e gli faceva roteare dinnanzi lo sguardo il bastone) fa giustizia anche per te". Poi, inosservato, ripartì, e, galoppando, riuscì a rientrare in Torino prima delle otto di mattina. Come se nulla fosse, all’ora prescritta egli entrò in questura e pose la sua firma sul registro. Il podestà intanto, tutto malconcio, si pose a letto, mandò a chiamare un medico e sporse denuncia contro don Carabello, reo di aggressione a mano armata. Apertasi una nuova inchiesta, e consultati i registri, apparve evidente la calunnia, poiché era impossibile a quei tempi che il prete, in così poco tempo, avesse potuto recarsi a Pralungo e tornare indietro. Si rivide anche il primo processo e si scoprì che esso non era che una montatura. Quindi don Carabello venne assolto e rimandato a Pralungo.



Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri